Ad un anno di distanza dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia appare ancora lontana la conclusione del conflitto armato.
Il Consiglio dell’Unione Europea è giunto all’approvazione di un nuovo pacchetto sanzionatorio (il decimo), che aggiunge ulteriori individui ed entità alla lista delle sanzioni soggettive, mentre sotto il profilo merceologico le nuove restrizioni all’esportazione colpiscono un valore previsto di 11 miliardi di euro.
Nello specifico il Regolamento (UE) 2023/427, modificando il Regolamento (UE) 833/2014, ha incluso nel divieto di esportazione numerosi beni c.d. “quasi duali” (Allegato VII) e prodotti ad uso industriale (Allegato XXIII) con lo scopo di indebolire il settore produttivo russo privandolo di tecnologia e componenti fondamentali. Tra i beni che sono stati aggiunti al divieto troviamo ad esempio:
• Valvole di ritegno
• Cuscinetti a sfere e a rulli
• Pompe di diverse tipologie
• Talune categorie di macchinari ed impianti industriali
• Prodotti laminati piatti di ferro e acciaio
• Quadri elettrici per una tensione inferiore o uguale a 1000 V
• Strumenti di misurazione
• Condensatori elettrici
Ad essere ristretti sono anche ulteriori beni di impiego civile che potrebbero essere indirizzati all’esercito russo quali ad esempio generatori, binocoli, termocamere, radar, binocoli, bussole e beni impiegati nel settore aeronautico ed aerospaziale.
È importante sottolineare che per una serie di beni inseriti agli allegati XI e XXII è stata prevista una clausola di salvaguardia che permette di dare esecuzione ai contratti conclusi prima del 26 febbraio 2023, fino al 27 marzo 2023.
Complessivamente nell’arco di un anno è stata colpita dalle sanzioni quasi la metà dei beni esportati dall’UE verso la Russia nel 2021, per un valore di circa 44 miliardi di euro.
Ricordiamo che la violazione delle misure restrittive all’esportazione previste dal Regolamento (UE) 833/2014 comportano l’applicazione di sanzioni penali: da 2 a 6 anni di reclusione o, in alternativa, da 25.000 a 250.000 euro di multa (ma solo se si tratta di operazioni non soggette a divieto).
Tali sanzioni sono applicabili agli operatori economici che si rendano responsabili di violazioni indipendentemente dalla loro dimensione o dal valore della transazione.
Per questo motivo è fondamentale avere piena consapevolezza di tutti gli elementi che concorrono al perfezionamento dell’operazione (primo fra tutti l’esatta classificazione doganale della merce), in modo da gestire opportunamente il rischio di incorrere in restrizioni o divieti.
Ancora una volta l’ export compliance si pone come driver imprescindibile dell’internazionalizzazione.